Pino Veronesi
(il pianista, il percussionista, la voce)
Un altro degli inserimenti più recenti.

L'elemento giusto per continuare con fermezza quell'operazione memoriale che tramite Rondoband soddisfa magari anche una domanda di approfondimento musicale ma, soprattutto, di identità e di identificazione.

Sono le storie vere di chi ha vissuto; coloro che c'erano, che sanno, che hanno visto. Memorie semplici, frammenti per i quali possiamo dire "c'eravamo anche noi".

La proiezione in un'epoca che abbiamo attraversato e la piacevole sensazione di ritrovarsi.

Anche Pino, infatti, viene da lontano; tortonese, dopo la metà degli anni '60 iniziò come batterista con gli Shakings di Alessandria per poi perfezionarsi con studi di pianoforte ed armonia con l'indimenticato maestro vogherese Giuseppe Accorsi.

Dopo una breve parentesi nei Fiori del Male, diventò l'organista dei Nottambuli (con Bruno d'Andrea cantante) mentre negli ultimi anni, con l'eccezione di una stagione al fianco di Drupi, ha proseguito l'attività nei piano-bar della zona.

Dal 2011 concorre alla linea vocale della Rondoband unitamente a Katia Guerra, rinfrancando, altresì, una vecchia collaborazione che l'aveva già visto al fianco di Graziano Binda (in trio con Giò Fascella).

Cantante e pianista che ha la maturità dalla sua, con il coraggio di affrontare ed esplorare nuove avventure artistiche ma anche nuovi percorsi umani.

All'esperienza oltrepadana è approdato con rinsaldata consapevolezza e con il patrimonio necessario ad attorniarsi di nuovi amici, prima ancora che di musicisti, e con loro dar vita a quella tavolata musicale che è prima di tutto convivialità.

Condivisione di gusti, di piaceri, per uno stare insieme che vuol essere passione e divertimento allo stato puro.

Il segreto di musicisti a tutto tondo come Pino Veronesi sta nella volontà di traghettare di continuo il proprio bagaglio, osando, alzando costantemente l'asticella qualitativa, mai soddisfatti e sempre affamati di nuovi stimoli.

In questo nuovo scenario, nell'arsenale sonoro del gruppo, Pino ha incasellato delle gemme di rara bellezza a partire dalla sontuosa versione di With a little help from my friends, ormai un "cult" di ogni serata.

Qui le rughe del tempo diventano morbidezza e sapienza del gesto, fluidità controllate, malizie fatte di pochi cenni, lo sfarfallio di una mano.

Con la promessa di un eterno ritorno.


La band vista da un amico